lunedì 13 luglio 2009
13 Luglio 2009
giovedì 16 luglio 2009
16 Luglio 2009
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mercoledì 15 luglio 2009

All’ordine del giorno del Consiglio provinciale ci sono una raffica di mozioni e, fra queste, due che mi riguardano più delle altre, quella sul Colbricon e quella che ho presentato per favorire la diffusione dell’informazione quotidiana fra i giovani. Su quest’ultima aggiorno il testo proposto per renderlo più compatibile con le risorse dell’autonomia, introducendo la possibilità di una versione online dell’abbonamento.

Prima del Consiglio si riunisce la Terza Commissione per discutere con l’assessore Pacher il punto della situazione sui biodigestori. In buona sostanza ci troviamo in una situazione di stallo. Il piano provinciale prosegue in questo momento sull’impianto di Cadino (ma anche qui con qualche ricorso in ballo) mentre per quanto riguarda Lasino si è alla ricerca di un sito alternativo a quello proposto dal Comune e che ha sollevato tante proteste. Il problema è che fin quando prevarrà la logica del "non nel mio giardino" e non ci sarà una diversa consapevolezza non solo della necessità di un comportamento virtuoso ma anche della "sostenibilità" degli impianti di nuova generazione, ogni soluzione incontrerà ostacoli più o meno analoghi a quelli incontrati in valle dei laghi.

In Consiglio prosegue il confronto sul DDL per i malati di alzheimer che in mattinata diventa legge. Sempre nella tarda mattinata si riunisce il gruppo di lavoro della Seconda Commissione per fare il punto sul Disegno di legge relativo all’orientamento ai consumi e le filiere corte. Ora il testo unificato è pressoché definitivo e quindi si tratta solo di trovare i giorni per espletare l’iter, consapevoli che la fase di ascolto in Commissione dei soggetti interessati alla legge (che sono moltissimi) non potrà avvenire nel mese di agosto. Alla fine decidiamo che il testo sarà definito nel gruppo di lavoro il prossimo 23 luglio, le audizioni saranno il 15 settembre, il varo del testo in Commissione il 25 dello stesso mese per approdare in aula a metà di ottobre.

Un salto a casa nell’intervallo per prendere una boccata d’aria meno calda e salutare Gabriella e poi di nuovo immersi in aula.

Alle 14.30 ci vediamo con Edoardo Arnoldi. Edi pone a me e a Mattia Civico un problema serio legato alla lentezza delle risposte rispetto alle graduatorie per la concessione dei contributi per la prima casa e del fatto che le procedure per l’intervento straordinario per la casa operate nella manovra anticrisi (alla quale accedono tutti, senza discriminazione di reddito) sono già operative. Sono gli effetti perversi dell’emergenza e decidiamo di provare a mettere mano alla questione.

Arriviamo finalmente alla mozione sul Colbricon. Il testo del dispositivo concordato nella maggioranza riapre la questione e questo è un risultato tangibile, frutto di una dialettica che positiva che si è creata in Consiglio e fra le istituzioni e la società civile. Di questo parlo nel mio intervento. In sei mesi siamo riusciti a riaprire una questione che sembrava chiusa e sulla quale con il presidente Dellai c’erano pochissimi margini di mediazione. Parlo del ricorso alla Commissione europea da parte della SAT, scelta difficile e dolorosa perché rivolgersi ad una corte europea significa ammettere che qualcosa nella nostra autonomia non funziona. Parlo dell’opposizione delle associazioni ambientaliste che non si sono opposte al collegamento ma a "quel collegamento" e che hanno portato la questione in Commissione. Parlo della Terza Commissione, appunto, che si è espressa pressoché unanimemente per ricercare altre soluzioni. Parlo della difficoltà di capitalizzazione della società, a testimonianza di una comunità incerta e divisa sull’impianto proposto. Ed infine parlo della politica, che ha saputo dialogare e proporre un passo indietro. La scommessa è ricercare una soluzione che crei coesione sociale, un patto in nome della sostenibilità, ovvero dell’amore per il territorio.

Dobbiamo avere la consapevolezza che la questione è tutt’altro che chiusa. E lo si avverte già nella votazione finale dove la mozione viene votata per parti separate. La premessa non passa (dieci voti a favore, dieci contro e sei astenuti), mentre il dispositivo viene assunto all’unanimità. Ora abbiamo novanta giorni per trovare una soluzione realmente alternativa. Ne ha parlato nel suo intervento l’assessore Pacher, proponendo di affrontare la questione con un altro sguardo. La soluzione che si intravede è quella di una cremagliera, che potrebbe paradossalmente divenire una scelta che valorizza la straordinaria bellezza dei luoghi, a partire da un diverso modo di coniugare ecologia ed economia. Di tutto questo ne scriverò.

Finito il Consiglio, ritorno al Gruppo dove ho appuntamento con Annalisa Tomasi. Con Annalisa c’è stata in questi anni la condivisione di un percorso di impegno fuori del comune, che dalla cooperazione internazionale si è sviluppato sul piano politico. Annalisa è stata per quattro lunghi anni la delegata dell’Agenzia della Democrazia Locale a Prijedor, una lavoro difficile e straordinario in un luogo "di confine". Ora è la capogruppo del PD del Trentino nella Circoscrizione Centro storico di Trento. Ma con lei parliamo di software libero e del gruppo di lavoro che in ambito PD si è costituito. Un tema di straordinario valore se vogliamo parlare di comunicazione e di democrazia. Ragioniamo sulla necessità di un percorso di conoscenza e della predisposizione di una proposta di legge in grado di raccogliere le indicazioni che verranno dalla ricerca in corso sulla possibilità di conversione del sistema informatico trentino.

Nel frattempo mi chiamano da Milano dei giornalisti che intendono fare un reportage sul Kosovo, per avere da me qualche indicazione e punto di riferimento. Una telefonata che si farebbe lunga e allora propongo loro di scrivermi. Sì, per oggi basta così.

 

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