giovedì, 14 maggio 2009
31 Marzo 2009venerdì, 31 luglio 2009
29 Aprile 2009martedì 14 luglio 2009
Ci sono giornate che avverti ostili ed oggi è una di queste. Il caldo annunciato si rivela di primo mattino, mentre accompagno Silvia alla sede dei Tavoli. Al gruppo c’è Mor, un ambulante senegalese che conosco da anni, che mi aspetta per pormi i suoi problemi abitativi. Sono di fretta perché di lì a poco inizia il Consiglio. Intanto mi dà la sua documentazione affinché verifichi se lui e la sua famiglia potrebbero avere diritto ad una casa Itea. Con Michele Ghezzer prendiamo in esame una nuova versione del testo unificato sulle filiere corte che da un primo sguardo è un po’ diversa dal testo unificato che abbiamo rielaborato. La cosa mi innervosisce e appena arrivo in Consiglio ne parlo con il consigliere Dallapiccola del Patt e firmatario di uno dei DDL da cui siamo partiti. Ci mettiamo d’accordo per rivederci l’indomani.
In Consiglio scorrono le interrogazioni e poi inizia un noiosissimo dibattito sulla relazione della Giunta delle elezioni chiamata a svolgere una verifica sull’eleggibilità degli eletti, un non senso istituzionale che porta un organismo a legittimare se stesso. Ne approfitto per fare altro. Fuori del Palazzo c’è un sit-in delle associazioni ambientaliste che manifestano per la difesa del Colbricon, ma se ne parlerà il giorno dopo. Già però si è a conoscenza del passo indietro della Giunta e dunque c’è un clima di festa.
All’intervallo vado a pranzo con Giuseppe Ferrandi, amico e direttore del Museo Storico del Trentino. Con Beppe c’è un positivo rapporto di conoscenza e stima reciproca che viene dalla collaborazione sui temi della memoria e del conflitto, trasformatasi in comune impegno nel Progetto Prijedor del quale da un paio d’anni è presidente. Ma in questo caso parliamo di politica. Gli racconto della mia distanza dai candidati alla segreteria nazionale e dell’intenzione di dar vita ad una mozione politica sui temi del rapporto fra il locale ed il globale. E dell’urgenza che la cultura politica federalista cominci ad essere riconosciuta a pieno titolo nel confronto politico nazionale. Fra noi, che pure abbiamo storie politiche diverse, c’è una lunghezza d’onda comune.
Ritorno in Consiglio ed ho appuntamento con Marco Brunazzo, ricercatore universitario sui temi dell’Europa, persona "conosciuta a distanza" e che trovo molto stimolante. Parliamo dell’iniziativa dei "333 trentini" che si svolgerà a Rovereto in autunno e dell’idea di un’"azione parallela" come meccanismo di partecipazione da affiancare – in una dialettica positiva – alle forme tradizionali della partecipazione politica. Ci ritorneremo, diffusamente. Rimaniamo d’accordo di sviluppare l’idea e di avviare uno specifico gruppo di lavoro.
Mi vedo per qualche minuto con Roberto Pinter e ci aggiorniamo su ciò che bolle in pentola dopo un suo breve periodo di vacanza. Le parti fra noi si sono rovesciate e provo un po’ di invidia.
Nel frattempo è iniziato il dibattito sulle proposte di legge (unificate) a sostegno delle persone affette da alzheimer o da altre patologie di disagio senile. Fatico a riconoscermi nel confronto che si svolge in aula, quasi avessimo a che fare con un problema anziché al normale epilogo dello svolgersi della vita di una persona, fatta di fragilità e di forza e, ancora, di fragilità. Penso in cuor mio che l’uomo moderno abbia smarrito il rapporto con le stagioni dell’esistenza e che tutto quel che non corrisponde all’efficienza diventi un problema. Sorrido amaramente pensando ai miei amici messicani che, prendendo in giro il mondo artificiale dei "gringos", mi dicevano ironicamente "el mundo tiene un problema, los hombres". Questa logica produttiva ha cambiato gli stili di vita, le forme di organizzazione sociale, il modo di abitare… ed in questo quadro tutto diviene un problema. Vorrei dirlo, vorrei dire che la demenza senile di Ada, la mia mamma, mi ha regalato gli anni più belli con lei… ma ci vorrebbe del tempo e probabilmente non è il contesto giusto.
La discussione viene sospesa alle 18.00 e corro al Gruppo dove ho un appuntamento con Angioletta, Nino ed Osvaldo. Vecchi compagni ed amici del Basso Sarca, parliamo del Congresso del PD del Trentino, mi chiedono dove mi sono collocato e capisco che hanno bisogno di una ragione per la quale iscriversi. Parliamo anche di questioni ambientali relative a Nago Torbole e di Tremalzo. E ci diamo appuntamento per una chiacchierata nella Busa.
Passo da Gianni e Federica che mi devono dare la documentazione di una giovane di Prijedor afflitta da un tumore molto delicato che l’indomani affiderò all’assessore Rossi per una verifica sulla possibilità di una cura in Trentino meno costosa di quella che le cliniche private le hanno proposto in Germania. Alla sera non ci sono impegni, solo il preparare appunti e osservazioni per il giorno dopo.
