mercoledì, 17 giugno 2009
17 Giugno 2009venerdì, 19 giugno 2009
19 Giugno 2009giovedì, 18 giugno 2009
Andare in via Milano alla sede dei Tavoli trentini di cooperazione con Serbia e Kosovo e del progetto "Viaggiare i Balcani" mi fa rientrare in una parte importante dell’impegno di questi anni. Sto cercando di mollare un po’ la presa e devo dire che il gruppo di lavoro che si sta creando trasversalmente ai tavoli e le associazioni mi conforta. Samuela, Patrizia, Paola, Stefania, Claudia sono persone giovani ma con già alle spalle una bella esperienza di relazioni territoriali che coniugano con il loro amore verso i Balcani.
Con alcune di loro parliamo degli incontri che avranno il prossimo fine settimana in Bosnia Erzegovina sul tema del turismo responsabile. E’ l’occasione per fare il punto sui programmi 2008 e 2009: il sito web http://www.viaggiarreibalcani.net/, strumento importante nella diffusione della conoscenza della regione sotto il profilo turistico, naturalistico e culturale ma ancora non piattaforma interattiva delle esperienze di turismo alternativo; la rete del turismo responsabile nella regione e la fatica a far dialogare fra loro esperienze che escono dalla frantumazione degli anni ’90; la difficoltà nel trovare interlocutori seri e responsabili a fronte di una cooperazione che produce progetti ma non fa comunità; la problematicità nel lavorare in sinergia anche nel nostro paese. Nello specifico di Prijedor, parliamo del seminario con la rete delle aziende agrituristiche locali, dello scambio con l’associazione trentina dell’agriturismo, della vocazione rurale di quel territorio. Ci si riconvoca fra quindici giorni per discutere del programma Seenet 2 sullo sviluppo locale nei Balcani, che coinvolge oltre al Trentino altre sei Regioni italiane. Esperienza inedita che prenderà avvio a settembre e che vedrà impegnata la comunità trentina in uno degli ambiti di intervento riferito proprio al turismo responsabile.
Vado al gruppo e mi metto a scrivere una breve nota sui referendum di domenica prossima per il sito. La mia posizione è difforme dall’orientamento del PD e voglio sottolinearlo, esprimendomi per il no sui due quesiti referendari che si riferiscono al premio di maggioranza per i partiti anziché per le coalizioni, e per il sì relativamente al quesito che cancella la possibilità per un candidato di presentarsi in più di una circoscrizione elettorale.
Uso il pomeriggio per recuperare un po’ di lavoro arretrato e per preparare la riunione della Terza commissione dell’indomani. E in serata ci vediamo all’Agritur Pra’ Sec con un gruppo di persone che hanno condiviso il progetto "Etica e partecipazione". E che consiste nella costruzione di una rete telematica per favorire la circolazione delle idee ed il confronto attraverso canali di comunicazione non tradizionali, che ovviamente non intende sostituirsi al confronto diretto fra le persone nei circoli e nelle istanze del partito ma che integra gli strumenti a nostra disposizione, rendendo più diffusa la partecipazione attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Un’idea che non vorrei "targare" in alcun modo, né tanto meno personalmente (anche se corrisponde all’impegno di destinare una parte significativa della mia indennità di consigliere), e che nei mesi scorsi ho proposto prima al gruppo consiliare, poi al partito. Trovando condivisione, ma alla luce dei fatti poca volontà politica di trasformarla in realtà e da ultimo lasciata in sospeso perché incompatibile con le striminzite risorse economiche del partito.
Ho come l’impressione che la condivisione del progetto si scontri con una realtà che avverto ingessata dal prossimo congresso, come se ci apprestassimo non ad un libero e fecondo confronto di idee, ma ad un dibattito condizionato dalle "famiglie" d’origine e dunque un po’ datato, carico di pregiudizi, fermo nelle posizioni e nei pensieri, ed infine condizionato dal dibattito nazionale, nel quale personalmente fatico a riconoscermi.
Tutto questo non mi piace affatto, e forse l’idea di Fabio di allargare l’orizzonte, oltre le vecchie e nuove appartenenze, più libero da "par condicio" e forse anche più sereno, capace di coinvolgere l’insieme dell’area del centrosinistra, è più efficace oltre che più ambiziosa. E che comunque potrebbe contribuire a qualificare sul piano dei contenuti il confronto congressuale del PD. Senza dimenticare che questa dimensione ci permetterebbe di agire più liberamente anche sul piano della "formazione", considerando quella di partito troppo vincolata. Ma anche di questo ne riparleremo.
Il confronto è fertile, il luogo è fresco e le proposte della cucina gradevoli. Una buona serata, insomma.
