lunedì 15 giugno 2009
15 Giugno 2009
mercoledì, 17 giugno 2009
17 Giugno 2009
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martedì 16 giugno 2009

Giornata di Consiglio Regionale del Trentino Adige – Süd Tirol. Con il secondo statuto di autonomia e con il passaggio progressivo di competenze dalla Regione alle due Province Autonome, questa istituzione ha visto ridursi sempre più il ruolo politico e amministrativo. Questo avrebbe dovuto portare a ridisegnare il ruolo della Regione, ma ciò non è avvenuto se non nei fatti di un’istituzione che s’incontra in maniera rituale  per un esercizio vuoto di poteri.

La Regione è così diventata una specie di palestra dove le diverse opposizioni prendono la parola su ogni argomento per accusare la maggioranza di averla svuotata (la destra italiana dell’Alto Adige e il centrodestra trentino) oppure per chiederne il definitivo scioglimento (le formazioni liberali e nazionaliste sud tirolesi).

Nelle intenzioni della maggioranza, la Regione è una sorta di coordinamento politico fra le due Province Autonome, nella prospettiva dell’Euroregione del Tirolo (e in questa direzione andava la scelta della presidenza alternata fra Durnwalder e Dellai). Ma la realtà è l’ambiguità di fondo di un’istituzione che da una parte non ci si po’ permettere di sciogliere e dall’altra rivendica riti ed esercizio – per quanto residuale – di poteri. Una cosa è certa, così com’è non serve pressoché a nulla (se escludiamo l’assessorato che si occupa di previdenza integrativa, che non a caso la SVP presidia da sempre).

Urge più che mai una proposta capace di ridare significato politico alla Regione o all’incontro fra le due Province Autonome. Di questo parliamo con Alberto Pacher, mentre l’aula affronta una noiosissima discussione sulla legge relativa al Bollettino Ufficiale della Regione e che occupa un’intera mattinata. Con Ale siamo d’accordo che nel corso della legislatura ci dobbiamo inventare qualcosa per uscire da questa situazione, tanto sul piano istituzionale quanto su quello politico nel lanciare una proposta d’incontro fra i soggetti "democratici" della regione alpina.

Approvata la legge sul Bollettino, la discussione si rianima (e il rito si ripete) sulla mozione Morandini che stigmatizza la recente decisione assunta in Consiglio provinciale a Bolzano di riavviare l’incontro permanente fra le istituzioni del Sud Tirolo e quelle del Tirolo.

Si sospende la seduta per il pranzo e ne approfitto per incontrare Francesca e Martina che collaborano al Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, per chiarirci le idee su come impostare il focus sulla formazione previsto per l’indomani.

Dopo di che riprendono i lavori e dopo una lunga discussione si arriva al voto nel quale si respinge la premessa della mozione Morandini e si vota un nuovo dispositivo che auspica l’incontro delle istituzioni delle tre province (Trento, Bolzano e Innsbruck) nella prospettiva dell’Euroregione. Cosa scontata e già parte dell’indirizzo di legislatura.

Arriva in aula il Voto al Governo italiano contro l’acquisto da parte dell’Italia di 131 cacciabombardieri ISF – F35, di cui sono il primo firmatario. L’aula ora è mezza vuota. Che il governo italiano destini 14,6 miliardi di euro ad armamenti di carattere offensivo quando non si hanno risorse per affrontare la crisi economica o le conseguenze del terremoto in Abruzzo, non interessa più di tanto e gli interventi che seguono la mia illustrazione hanno più il sapore del collocarsi politico a favore o contro il governo che altro. In questo si distingue il consigliere Civettini (Lega) il quale inveisce contro il Trentino in preda ai no global e a chi non vuol rispettare gli accordi internazionali, che pure in questa scelta non centrano nulla. E annuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto. Altri pongono il problema che la ricerca dipende dagli investimenti compiuti sul piano degli armamenti e questo sembra non inquietarli affatto. A nessuno viene in mente che l’Europa che sta venendo avanti, ovvero l’Europa degli Stati, sarà confinaria e dunque armata. Esattamente il contrario di un’Europa delle regioni, post nazionale, necessariamente smilitarizzata se non con strumenti di interposizione che non richiedono certo gli F 35.

In ogni caso la Mozione Voto viene approvata a larghissima maggioranza. E questo è già qualcosa, una testimonianza diversa che intendo portare a L’Aquila quando a luglio vi sarà una mobilitazione degli Enti Locali italiani proprio per chiedere che i denari destinati ai cacciabombardieri vengano destinati alla ricostruzione. Il Consiglio si chiude qui e almeno posso dire di non aver sprecato un intera giornata.

 

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