giovedì 11 giugno 2009
11 Giugno 2009sabato 13 giugno 2009
13 Giugno 2009venerdì 12 giugno 2009
Un paio d’ore per mettere per iscritto ciò che avrei detto il giorno prima in Consiglio sugli impianti di collegamento fra San Martino e Passo Rolle (vedi articolo su questo sito) e alle 10 c’è l’audizione del capo della Procura Stefano Dragone e la pm Alessandra Liverani da parte della III Commissione legislativa provinciale nell’ambito del mandato di indagine sui controlli ambientali assegnatole dal Consiglio provinciale. L’audizione è l’ultima di una lunga serie che ha permesso ai commissari di farsi un’idea di quel che funziona e di quel che non ha funzionato nei controlli ambientali in Trentino e non solo. Nell’incontro non escono cose nuove ed anche l’idea di un maggior coordinamento fa gli organi preposti al controllo attraverso la creazione di un nucleo di controllo ambientale era già nei fatti contenuta nella manovra finanziaria. Di interessante c’è invece la conferma che talvolta fra controllore e controllato c’è stata connivenza e questo deve farci riflettere non solo sull’imparzialità di chi svolge ruoli di polizia giudiziaria, ma anche sulla professionalità e sulla preparazione di questo personale.
Ho come la sensazione di un sovrapporsi di ruoli e mi chiedo se sia stato poi tanto giusto fare questa audizione.
Consegno al presidente della Commissione il voluminoso dossier sulla vicenda Cava di Monte Zaccon preparato dalle consigliere di minoranza di Roncegno Paola Slomp e Daniela Lovato che documenta le numerose iniziative di denuncia da loro svolte, ben prima che il cantiere venisse posto sotto sequestro. A breve cominceremo a tirare le fila e vedremo se la Commissione saprà esprimere una posizione convergente.
Torno in ufficio, mi vedo un attimo con Roberto Pinter, qualche telefonata in sospeso e poi vado alla "Trentini nel mondo" dove ho un incontro con il neo presidente Alberto Tafner. Voglio partire dalle sue parole scandite con commozione e un filo di rabbia nella commemorazione di Rino, Luigi e Gianni sabato scorso: i media – ha detto in buona sosanza Alberto – si accorgono delle cose importanti solo quando vi sono tragedie tanto dolorose e poi tutto ritorna rapidamente nell’oblio (o nel pettegolezzo). Non solo perché le condivido ma anche perché gli voglio parlare di un progetto che con Rino avevamo in animo da tempo e che riguarda l’elaborazione della memoria di una comunità che ha dimenticato la sua storia di popolo migrante attraverso il viaggio, qualcosa che rimanga dentro e faccia riflettere. Ne viene una bella conversazione. Come presidente del Forum trentino per la Pace gli propongo di lavorare insieme a questo progetto e ai momenti di incontro che avremo già nel mese di luglio.
Una delle persone italiane che ha perso la vita nella notte fra il 31 maggio e il 1 giugno nell’Oceano Atlantico si chiamava Claudia Degli Esposti. Era di Bologna e lavorava ad Ervet, l’agenzia attraverso la quale la Regione Emilia Romagna sviluppa molta parte della sua cooperazione decentrata. Avevo conosciuto Claudia più o meno un anno fa, nell’iter di preparazione del progetto Seenet 2 che vede coinvolte sei Regioni italiane e la Provincia autonoma di Trento in un comune programma di cooperazione (sviluppo territoriale e turismo responsabile) verso i Balcani. Casualmente qualche ora prima dell’incontro con Alberto mi chiama Vasco Chilovi, avvocato ed amico di Claudia fin dai tempi dell’Università. Mi dice, fra l’altro, che lui ed altri amici di Bologna sarebbero disponibili per costituire un gruppo di lavoro a sostegno delle famiglie delle vittime. Ne parlo ovviamente con il presidente della Trentini nel mondo e gli passo il contatto. Parliamo anche di altre possibili collaborazioni e gli consegno una copia di "Darsi il tempo" con l’impegno di tenerci in contatto e di rivederci a breve.
Il tempo di andare a casa, una rinfrescata e poi mi attende una piacevole serata a Villa Lagarina, dove oltre al Disegno di legge sull’educazione al consumo e sulle filiere corte presentiamo in anteprima il testo unificato che verrà discusso in Commissione nella fase di audizione a luglio e in aula a settembre. Palazzo Libera è un luogo di particolare fascino e decidiamo di tenere l’incontro nel giardino all’aperto. Con me come relatori ci sono Romina Baroni, assessore all’agricoltura del Comune di Villa, Marco Vender di Atabio (l’Associazione dei produttori biologici del Trentino) e Sergio Valentini, governatore regionale di Slow Food. Nei partecipanti c’è molto interesse e lo testimonia il fatto che, a prescindere dalle normative legislative, un territorio se vuole può già lavorare sulla filiera corta, mettendo intorno ad un tavolo i protagonisti, ovvero i contadini produttori, i ristoratori, gli albergatori, gli agriturismi, gli amministratori locali, le cantine, le mense pubbliche. E’ quel che hanno fatto nei giorni precedenti e Villa Lagarina darà vita a settembre al primo "Marcato della terra" dove verranno esposti e promossi di prodotti di qualità della filiera locale. E’ la cultura della filiera che va sedimentata, altrimenti le leggi possono non essere sufficienti. Ma comunque utili, molto utili, secondo il parere di tutti i presenti che rivolgono domande o pongono questioni di rilievo come il tema della salute pubblica, dell’alimentazione e dei danni provocati da alcuni prodotti come ad esempio l’alcol metilico. Emergono spunti di cui far tesoro, ed è questo, in buona sostanza, lo scopo di questi incontri di presentazione. E’ tardi e domattina a Lavis mi attende un’analoga iniziativa.
