giovedì, 28 maggio 2009
28 Maggio 2009sabato, 30 maggio 2009
30 Maggio 2009venerdì, 29 maggio 2009
Oggi prende il via a Trento la Quarta edizione del "Festival dell’economia". E’ ormai diventato un evento che segna il modo di essere della città di Trento, un territorio che s’interroga sul presente con studiosi provenienti da tutto il mondo e che lo fa attraverso la valorizzazione di quel che siamo, mettendo in gioco storia, cultura, bellezze naturali, saperi, capacità di accoglienza e, perché no?, criticità. Nell’evento di apertura, Giuseppe Laterza ha parlato proprio di questo, di come questa città accolga il festival con naturale leggerezza e di come il Trentino si avverta in profonda sintonia con un festival i cui temi, nel loro carattere talvolta ostico, non sono per nulla scontati. Fors’anche perché il tema di questa quarta edizione "Identità e crisi globale" racchiude in sé già una risposta: i processi della globalizzazione si possono abitare solo a partire dal territorio e dalla sua capacità di connettersi in forme non omologanti con i flussi globali. L’identità non come chiusura ma come condizione per dialogare.
In questa cornice, ovviamente, i pensieri sono diversi. Ascolto un’intervista di Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università degli studi di Trento e del Gruppo Ferrovie dello Stato, che se la prende con le filiere corte, come se quest’ultime rappresentassero una forma di autarchia e non esattamente la valorizzazione delle specifiche identità dei territori. Filiere, al plurale, caro Cipolletta. Tant’è vero che a "Terra Madre" i produttori delle filiere corte di tutto il mondo s’incontrano per dialogare e far conoscere i loro prodotti. Sento di seguito Carlo Borzaga, docente di economia, affermare che, scoppiata la bolla finanziaria, ora la situazione è destinata a rientrare nella normalità. Come se l’invasività della dimensione finanziaria dell’economia fosse sparita d’incanto, i traffici, le scommesse e i titoli derivati che ne sono il prodotto fossero diventati carta straccia.
Ma la crisi ha lasciato il segno, ed anche i sostenitori della capacità di autoregolamentazione del mercato oggi devono riconoscere la necessità della politica, di quella politica economica che era diventata tabù. Ed il confronto che avviene in questa babele costringe le persone ad interrogarsi su temi veri, che ahimè non trovano granché spazio nei salotti televisivi e in un confronto politico distratto dal pettegolezzo.
La città è piena di gente, gli stand affollati di visitatori, turisti con in mano le guide e le pubblicazioni del Festival. Al Castello del Buonconsiglio dove nel pomeriggio c’è inaugurazione della kermesse si fatica ad entrare. Si inaugura nelle sale del Castello anche la mostra "L’Egitto mai visto", il cui fascino attirerà migliaia di visitatori. A dimostrazione che la cultura è uno straordinario investimento anche sul piano economico. Alla faccia delle polemiche sugli "ingressi gratuiti" al Mart che nei giorni scorsi prendevano le prime pagine dei giornali locali.
(a questo proposito ingrazio Ugo Morelli per il suo editoriale sul Corriere del Trentino)
Il resto della giornata è ordinaria amministrazione e con Gabriella non ci sembra vero di avere la serata tutta per noi. Preparo un po’ di appunti per domani. A Firenze c’è "Terra futura", sorella minore della manifestazione torinese di Slow Food e sarò lì a presentare "Darsi il tempo".
