venerdì, 22 maggio 2009
22 Maggio 2009martedì, 26 maggio 2009
26 Maggio 2009sabato, 23 maggio 2009
Oggi andremo al mare. Non propriamente una vacanza, anche se avvicinandomi al golfo ligure mi accorgo che ne avrei proprio voglia. Ma la presentazione di "Darsi il tempo" a Camogli sarà più un piacere che altro. Prima di partire devo fare un po’ di cose. Scrivere un saluto da inviare all’assemblea di Tremembè, alla quale Armando Stefani mi aveva invitato. Armando è stato per dieci anni l’anima di questa associazione che si occupa di turismo responsabile ma anche di animazione del territorio in rapporto con le culture altre. Si pensi a ciò che hanno rappresentato per la città di Trento le "Cene dell’altro mondo", una sorta di festa di primavera dove i protagonisti erano i nuovi cittadini, le loro musiche, i loro sapori. Con Armando ed altri volontari abbiamo dato vita al progetto "Viaggiare i Balcani" (a proposito, l’incontro di presentazione delle attività e dei viaggi per l’estate, annunciato per l’8 giugno, è stato anticipato a giovedì 4), alla Carta di Trento per una migliore cooperazione internazionale, al progetto "Etica e partecipazione" che ha segnato la mia campagna elettorale dell’autunno scorso.
Ora Armando è in procinto di diventare, anche grazie alle preferenze ricevute, presidente della Circoscrizione dell’Argentario, che raggruppa una buona parte dei sobborghi della collina est del Comune di Trento. Una sfida per lui nuova, su un terreno politico-istituzionale dal quale per anni si è tenuto lontano. Ma questo è il tempo di mettersi in gioco e sono sicuro che Armando saprà dar vita ad un progetto di sperimentazione partecipativa di grande valore per tutta la nostra comunità.
Non potendo essere presente all’assemblea, scrivo una cartella di saluto, come amico prima ancora che come presidente del Forum per la Pace. Altre volte, in assemblee come questa o in momenti seminariali e formativi, ho cercato di portare degli stimoli di riflessione trovando ascolto e sintonie, ed ora è come se me ne sentissi parte.
Poi mi metto a scrivere il diario del giorno precedente e il tempo se ne va. Verso mezzogiorno ci mettiamo in macchina e via, verso la Liguria. Camogli è una cittadina deliziosa, a pochi chilometri da Genova. C’è con questo borgo sul mare che ha conservato, nonostante i signori che la frequentano, un legame speciale che si chiama Massimo Gorla. Massimo non c’è più da cinque anni ma le persone, le atmosfere e i luoghi sono quelli della nostra amicizia. Joan in primo luogo e la sua casa, villa kefia. Ed è come se quel dialogo che ci faceva incontrare anche "dopo la politica" o forse nella politica più vera, continuasse. Penso a quanto gli sarebbe piaciuto essere lì con noi, di fronte alla Libreria al Portolano, a due passi dal porto in riva al mare, a parlare delle cose del mondo con la scusa di un libro.
Ha organizzato tutto Luana, che della libreria è cuore e mente. La scorgo in ansia, anche perché la presentazione di oggi è il primo appuntamento di un itinerario che s’intitola "geografie" e che bene si connette con lo sguardo sul mondo che provo a proporre. La cornice, una terrazza sul mare, è splendida e la brezza marina attenua il caldo della prima estate. Piano piano si forma una piccola folla di gente, alcuni venuti apposta per la presentazione, altri che passando si fermano incuriositi del fatto che ci sia ancora qualcuno che si ostina a proporre pensieri e parole.
Nelle intenzioni di Luana avrebbe dovuto esserci Giorgio Galli alla presentazione del libro, ma poi all’ultimo momento il vecchio politologo non ce l’ha fatta. Al suo posto c’è Cesare Valentini, a suo modo un personaggio che alterna la formazione sui temi della finanza globale alle passeggiate sui monti di Portofino. E’ da poco uscito un suo libro dal titolo quanto meno provocatorio "Vivere di rendita" che parla di indipendenza e sobrietà. Vedo dai suoi appunti che ha letto il nostro lavoro con grande attenzione e conversando con lui scopro che è stato osservatore Osce nei Balcani, imparandone un po’ una delle lingue (il serbo croato) e le cose essenziali. Il libro è zeppo di appunti e la sua presentazione puntuale e fin troppo lusinghiera.
Fra il pubblico il volto di vecchi amici come Emilio, Tina, Diddi, Patrizia… Altri si presentano, come Silvio Ferrari, intellettuale camoglino al quale si deve la traduzione in Italia dei libri di Matvejevic. E poi molte persone, tanto che con il trascorrere dei minuti ed il fluire delle parole l’ansia di Luana tende a svanire. Sarà il paesaggio che ho intorno, ma la cosa riesce davvero bene. Vedo le persone attente ed il racconto di un’ora non sembra affatto affaticarle, tanto che alle parole seguono molte domande, che proseguono anche dopo aver dato inizio al piccolo buffet a base di focaccia e vino.
Nella terrazza sul mare, davvero una bella presentazione. Finisce a tavola, degnamente.
