giovedì, 21 maggio 2009
21 Maggio 2009
sabato, 23 maggio 2009
23 Maggio 2009
giovedì, 21 maggio 2009
21 Maggio 2009
sabato, 23 maggio 2009
23 Maggio 2009

venerdì, 22 maggio 2009

Praticamente un anno fa ha preso corpo quella che poi abbiamo chiamato "La Carta di Trento per una migliore cooperazione internazionale". Esponenti di associazioni provenienti da ogni parte del nostro paese hanno avviato un percorso di confronto che ha portato alla condivisione di 10 punti chiave per pensare e praticare una diversa cooperazione internazionale.

Si trattava della prima declinazione (2008) del programma World Social Agenda promossa dalla Fondazione Fontana onlus attorno agli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite.

Oggi si tiene il secondo appuntamento che nel 2009 riguarda il tema ambientale. Presso il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale (al vecchio convento degli Agostiniani, a Trento) si tiene

il seminario dal titolo "Cooperazione verde, la sostenibilità ambientale come opportunità per una migliore cooperazione internazionale".

Rispetto a quelle precedenti, oggi è una giornata più rilassante. Ascolto i relatori. L’amico Massimo De Marchi dell’Università di Padova ci propone una stimolante relazione "tra i discorsi della terra e conflitti ambientali". Con Massimo, animatore di Agenda 21, c’è un feeling che dura sin dai primi anni dell’Unip e avverto il bisogno di riprendere con lui un ragionamento che si è andato un po’ sfilacciando negli ultimi tempi. Così nell’intervallo ci accordiamo. Proseguono le relazioni, ma colgo una difficoltà che nel pomeriggio avvertirò ancora più forte: la Carta di Trento dovrebbe essere il punto di partenza consolidato, condiviso, ma nell’uso delle categorie come della parole da parte di molti relatori sento che non è affatto così.

(E’ come se il pantano ci tirasse giù, costringendoci in visioni che non centrano più un fico secco con la realtà.)

Avrei voglia di intervenire, ma mentre iniziano i lavori di gruppo, una telefonata mi avverte che l’incontro con il presidente del Parlamento tibetano in esilio è anticipato. Allora mi precipito in Regione. A ricevere Pempa Tsering, accompagnato da Roberto Pinter e dagli esponenti dell’associazione Italia Tibet, il presidente del Consiglio regionale Marco De Paoli, i consiglieri Bruno Dorigatti, Caterina Dominici e il sottoscritto anche in qualità di presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Nella mattinata la delegazione tibetana ha incontrato il Sindaco di Trento Alessandro Andreatta e nel pomeriggio il Presidente Lorenzo Dellai. Oggetto dei colloqui l’organizzazione in Trentino di un Forum mondiale delle autonomie locali per il Tibet, alla presenza del capo spirituale dei tibetani, il Dalai Lama.

Il colloquio prosegue a pranzo e poi ritorno al seminario sulla "cooperazione verde". Come sempre ironico e stimolante l’intervento di Giorgio Andrian, rappresentante dell’Unesco, con il quale abbiamo spesso collaborato in passato come Osservatorio sui Balcani. Viene da sorridere nel vedere come la critica verso una diplomazia fatta di "ministri tromboni" che auspicano "democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui ciglioni"  venga proprio da un diplomatico.

Nel pomeriggio avverto una distanza ancora più forte fra la nostra elaborazione e le parole dei relatori. Quella più grande con padre Edilberto Sena, del Movimento popolare per la difesa dell’Amazzonia, che però è quello anche più nelle corde dei presenti. Edilberto Sena è certamente accattivante, non usa mezzi termini, denuncia il neocolonialismo, ma il suo sguardo mi appare manicheo e quando sento rinverdire la categoria del tradimento, nella fattispecie riferita al presidente brasiliano Lula, vorrei andarmene. Non credo affatto che il presidente brasiliano sia esente da errori e per altro da tempo guardo con occhi disincantati alle cose del mondo. Ma la visione che viene proposta è tutta dentro l’antipolitica, non aiuta a capire e non abbiamo bisogno né di pensieri semplificati, né tanto meno di tifoserie.

In tutti gli interventi, certo, si pone la questione ambientale come problema nella sua dimensione politica, ma ho come la sensazione che ci si arrivi "fuori tempo massimo". Perché oggi, prima ancora che politica, la questione è culturale. Ovvero di pensiero.

Ne parlo con Maddalena Di Tolla, presidente di Legambiente Trentino, con Fabio Pipinato che di WSA è l’animatore, e con Silvia Nejrotti che ha accompagnato la giornata. Nel suo sconcerto leggo il mio.

Vado in ufficio, ho in ballo un mare di cose da scrivere e da vedere. Passo a salutare il presidente Tsering che a breve avrà un incontro pubblico promosso da Italia Tibet, che mi dice "arrivederci a Dharamsala", città indiana dell’esilio tibetano.

Corro in stazione a prendere Gabriella, ovviamente sfinita dalla gita scolastica, e decido di dedicare a lei la serata.

 

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