mercoledì, 20 maggio 2009
20 Maggio 2009venerdì, 22 maggio 2009
22 Maggio 2009giovedì, 21 maggio 2009
C. ha giocato con Nina tutta la sera precedente e quando mi alzo lei dorme ancora. Gabriella sta preparando le cose per due giorni di gita scolastica in Laguna ed io metto giù qualche appunto per il Consiglio provinciale che occuperà l’intera giornata. Alle 7 e un quarto carichiamo i bagagli e andiamo alla stazione dei treni. Nina ci vede partire e mette giù il broncio. Così non sono ancora le 8 e già sono in ufficio, a scrivere il diario.
Ma c’è poco tempo perché dopo mezz’ora c’è riunione della maggioranza sempre sulla questione del difensore civico. Colgo che ogni proposta che viene avanzata rischia l’impallinamento e la cosa sta diventando davvero stucchevole. Mi prendo quindi una certa distanza. E così anche le nuove proposte non hanno alcun esito. Si arriva in Consiglio provinciale senza una proposta condivisa e si decide quindi di spostare in avanti quel punto all’odg e intanto si discute d’altro: il disegno di legge sui soggiorni socio educativi e quello sul Consiglio dei giovani e qualche mozione. Nel frattempo, si cerca un accordo ma invano e quando nel pomeriggio la questione del difensore civico ritorna in aula la minoranza, dopo l’ennesima sospensione, chiede il rinvio del punto all’ordine del giorno. Non è davvero un bello spettacolo, ma è inutile perdere tempo se non c’è un accordo. Se ne riparlerà nella prossima tornata consiliare.
Arriva poi in discussione la questione "biodigestore" di Lasino. La proposta di emendamento che ho presentato a nome del gruppo del PD e di tutta la maggioranza viene accolta dai proponenti e il tono del documento cambia decisamente.
(Ma questo le cronache giornalistiche nemmeno lo prendono in considerazione)
Cambia perché l’emendamento fa sì che la logica della sospensione nella realizzazione dell’impianto della Predera non sia quella del "non nel mio giardino", affermando invece il principio di responsabilità e il concetto di autosufficienza che, tradotto, significa che la Provincia si deve dare un piano per cui l’umido non viene né esportato, né importato. Dobbiamo farcene carico e basta. E questo presuppone la realizzazione di impianti di piccola-media dimensione di biodigestione (o di altre modalità di smaltimento) diffusi sul territorio affinché tutta la comunità se ne faccia carico, in modo responsabile e, ovviamente, partecipato.
La mozione viene approvata all’unanimità ed il Consiglio si conclude. Guardo l’ora e sono quasi le 20.00, praticamente dodici ore in quel bunker di cemento dove si tengono le riunioni del Consiglio. Non mi sono nemmeno accorto che fuori c’è stato un temporale. Ma la giornata non è ancora finita perché di lì a poco sono a Trento nord, alla sede del PD del Trentino dove si riunisce il circolo del Centro storico. La serata è dedicata all’Europa, un incontro di autoformazione visto che in queste settimane si parla di elezioni europee ma non di Europa, nella quale mi è stato chiesto di portare una riflessione. Sono stanco ma questo è un tema sul quale sto lavorando da anni e allora provo a ravvivare la serata con un po’ di domande. In primo luogo, di che cosa stiamo parlando? Cos’è l’Europa? Sembra una domanda scontata ma quando chiedo se stiamo parlando dell’Europa a 27 (Unione) o a 47 (Consiglio) leggo il panico negli occhi dei presenti che mai avrebbero pensato che l’Azerbaijan facesse parte della famiglia europea. In secondo luogo, chi era Europa? La risposta che richiama la mitologia ci porta a dire che l’Europa nasce "fuori di sé", a Tiro, capitale dell’antica Fenicia. E poi ancora, esiste un’identità europea? esiste un approccio europeo (o meglio, post nazionale)? I partiti (o i cittadini) pensano europeo?
Ne esce una discussione vivace ed intensa, ed anche se arrivano in fretta le 23.00 i partecipanti mi sembrano tutti molto contenti della serata. C’è anche il tempo per un bicchier di vino e una piadina. E poi a casa. Nina tiene ancora il muso, ma dopo un attimo si scioglie nelle coccole.
